Fischi per tutti al Palazzo Ducale

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Mauro Ragucci il 03-05-2012 alle 14:48

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Lo spettacolo cui abbiamo assistito al Ducale impone una riflessione. Il programma prevedeva un intervento pubblico per ogni candidato sindaco, il risultato è stato un magma indistinto di fischi ed urla che hanno impedito qualsiasi dibattito. Si sono viste bandiere di vario schieramento sventolare insieme a cartelli improvvisati con scritte numerose. Alcune scritte non sono citabili, altrimenti il post verrebbe censurato. Il sabotaggio è stato tale che perfino le motivazioni sono rimaste misteriose. Penso ad un eventuale cittadino che fosse piombato lì per senso civico. Fra tanti urli di tifoserie opposte si è capito solo che certa gente ha dimenticato perfino come si protesta. Dal basso della mia esperienza di contestatore propongo 3 punti:

1) il messaggio deve essere chiaro

2) si deve riuscire ad esprimere almeno una parola di senso compiuto

3) l’odio personale dovrebbe restare fuori.

Giacché mi sono messo in cattedra permettetemi una conclusione sociologica. A tutti quelli che parlano di degenerazione dei tempi dovuta all’uso del computer bisognerebbe mostrare queste due situazioni: la civiltà delle discussioni che avvengono su questo sito ed il livello del confronto avvenuto ieri nell’aula del Ducale, tra esseri umani immersi nella realtà materiale.

Eppure i candidati erano gli stessi!

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Enrico Vigo il 03-05-2012 alle 18:46

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La giornata di ieri al Ducale, moderatori PRIMOCANALE e IL SECOLO XIX, è stata l'ennesima pagina vergognosa che Genova ha scritto sul suo libro nero, da dimenticare in fretta.

Intanto gli organizzatori potevano fare a meno di discriminare le presenze dei candidati, una mancanza di rispetto democratico imperdonabile, l'esclusione di alcuni candidati definiti "minori" è un vero e proprio insulto alla democrazia che ha scatenato reazioni, forse anche eccessive.

Il resto, il chiasso e il disordine e il clima sedizioso che hanno impedito lo svolgersi del dibattito, pur essendo imperdonabili e assolutamente criticabili, dovevano essere messi in conto, queste iniziative vanno gestite meglio.

Tuttavia vorrei che non si sottovalutasse il fatto che stiamo vivendo una crisi epocale, la politica sta dando uno spettacolo osceno e la gente ne ha le tasche piene, i bilanci delle famiglie, dei pensionati, dei disoccupati e dei giovani sono allo stremo, e se quello che è successo in Italia fosse successo in paesi come Francia, Germania o Inghilterra sarebbe scoppiata una rivoluzione.

Qui da noi in Italia invece da venti anni stiamo subendo di tutto di più supinamente, proni ad ogni sconcezza delle tante che la cronaca politica ci offre quotidianamente senza troppi sussulti, ebbene bisogna mettere in conto che ogni occasione pubblica d'ora in avanti può essere occasione per risentimenti, rivendicazioni, e rivolte morali anche a tinte forti.

Quindi occorre abbassare i toni, gestire le occasioni pubbliche con più accortezza ed evitare di prestare il fianco a critiche clamorose. Pur concedendo agli organizzatori l'atenuante di aver agito in perfetta buona fede e con intenti nobili, occorre passare oltre e somatizzare l'errore fatto per non ripeterlo in futuro.

Peccato, l'iniziativa, seppur impacciata e criticabile, era una buona occasione per discutere dei problemi di Genova, cosa di cui c'è bisogno come del pane.