Susy De Martini

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Susy De Martini

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A cosa mi candido

Sindaco

E-mail

susydemartini.ladestra@gmail.com

Liste elettorali

La Destra

Perché mi candido

Per Genova.

Vi chiedo di eleggermi non per aiutare me, ma per fare qualcosa di importante per la nostra città. Genova è nelle mani di un clan affaristico-politico, che lavora per i suoi interessi. Un gruppo che fa clientela e i cui confini superano quelli della sinistra tradizionale, che ha l’egemonia politica ma non quella culturale della città da troppi anni. Io parlo spesso di Pdp, partito del potere, riferendomi alla spartizione che da almeno quindici anni vede protagonisti i due “Claudio”, Burlando e Scajola. Con tutta la loro pletora di yes man e yes woman.

Io, in un passato recente, ho creduto di poter cambiare il modo di amministrare questa nostra città dall’interno di questo sistema di potere. Ma le incrostazioni sono troppo forti: il Pdp non può cambiare, ma solo riciclarsi. E’ per questo che la mia autonomia e il mio desiderio di fare politica per la mia gente è stato visto come un pericolo. Negli anni sono stata lusingata da destra e da sinistra, ma quando è apparso chiaro che non ero in vendita, che non potevo accettare compromessi di basso profilo, mi hanno isolata. Senza mai riuscire a vincere la mia resistenza. Ho la testa dura, ma soprattutto la consapevolezza di essere nel giusto. E non lo dico con presunzione. Perché stare dalla parte delle persone, volere il bene per la mia città, fare il massimo per allontanare chi usa il potere fine a se stesso, è l’unico modo che conosco per fare politica.

Oggi siamo davanti a un degrado economico e sociale  di Genova che è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo bisogno di ripartire e possiamo farlo solo cambiando questa classe dirigente. Non è facile, lo so. Ma io non mi arrendo e ho trovato nella Destra di Francesco Storace una nuova, importante possibilità per Genova. Dobbiamo rilanciare le infrastrutture e i trasporti, non solo quelli che riguardano le merci, ma anche le persone.

Mutuo Sociale Comunale
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Trasformare un’imposta certamente poco gradita ai genovesi in un’occasione per le giovani generazioni. E’ quanto propongo con il Mutuo Sociale Comunale, che riprendendo il sistema già applicato con successo dalla Regione Lazio, punta a sfruttare il gettito della nuova imposta municipale unificata (Imu, ex Ici) per premettere di comprare la casa a tutti quelli che non possono avere il mutuo dalle banche. Mi rivolgo soprattutto alle giovani famiglie, ai lavoratori precari che non hanno un contratto a tempo indeterminato. Per usufruire del Mutuo Sociale Comunale si possono individuare delle tipologie di alloggi che è possibile acquistare: quelli di proprietà comunale innanzitutto ed eventualmente quelli Arte creando una collaborazione con la Regione. Acquistando uno di questi appartamenti si avrà diritto al Mutuo Sociale Comunale: sarà concesso un mutuo per l’intero importo dell’immobile da acquistare, il tasso di interesse applicato sarà super agevolato 0,5%-1,0% e l’importo della rata mensile potrà essere al massimo il 20% del proprio reddito mensile. Nel caso in cui, durante la vita del mutuo, il mutuatario avesse problemi lavorativi (licenziamento), si ha l’opportunità di sospendere il pagamento del mutuo. Per me, come per la Destra che è stato il primo partito italiano a proporre l’iniziativa, la casa è un diritto esigibile e inalienabile per tutti, e la finalità del mutuo sociale è proprio quella di garantirne la proprietà non solo a chi può permettersene l’acquisto. L’introduzione di questa agevolazione sarà utile, inoltre, al contrasto di forme di speculazione immobiliare e finanziaria, fungendo contemporaneamente da calmiere al mercato della casa. Non dimentichiamo che il problema casa è una priorità assoluta : a Genova gli sfrattati sono circa 2,000 l’anno ,e le graduatorie per ottenere l’assegnazione di una casa hanno liste di attesa interminabili. Recentemente anche il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, che è del Pd, ha espresso un giudizio positivo in sede Anci rispetto alla scelta della Regione Lazio.

Genova come Valencia.

Un sogno? No un progetto concreto, realizzabile, definitivo. E’ quello che ho in mente per risolvere una volta per tutte il problema, che troppo spesso sconfina nella tragedia, del torrente Bisagno e dei fenomeni alluvionali. Il corso d’acqua va deviato, così come è stato fatto a Valencia per il Turia, torrente dalla portata media molto maggiore di quello genovese. Tutti gli interventi effettuati fino a oggi a Genova sono stati inutili per la città e utili solamente a spendere milioni e milioni di denaro pubblico. Basti pensare al fatto che creare un sistema di portata di 950 metri cubi a valle di Brignole ,come si è fatto in questi anni, si scontra con la banale e ovvia circostanza che a Brignole il torrente incontra una strozzatura che riduce a 750 metri cubi la portata. Anche un bambino capisce che si tratta di un paradosso idrogeologico, di uno spreco e di un gioco al massacro sulle spalle dei Genovesi. La vera sicurezza per la città passa per una soluzione definitiva di questo epocale problema.

la deviazione del Bisagno è la soluzione che propongo. A Valencia è stato deviato, dopo l’ennesima alluvione , il  fiume Turia, un corso d’acqua cinque volte più capiente del Bisagno. L’opera venne effettuata intorno al 1970. E il fiume deviato ha lasciato completamente libero l'ampio spazio occupato dall'alveo originale che è stato utilizzato per nuove sistemazioni in linea con le necessità della città. Quest’opera ha rappresentato per la città spagnola non solo la risoluzione agli annosi problemi creati dalle disastrose inondazioni del tessuto cittadino ma anche una interessante opportunità di rinnovamento e riqualificazione della città. La stessa cosa si può fare a Genova, costruendo due gallerie sotterranee di circa 6 metri di diametro (lo  scolmatore del Fereggiano è una galleria di 3 metri di diametro) e trasformare la Val Bisagno in un’isola felice, con parchi, spazi urbani e di servizi. E’ un sogno che – sono certa – si può realizzare , senza più sprecare soldi per faraoniche  opere inutili,  quale sarebbe, ad esempio la nuova stazione Metro di Corvetto, del costo di 456 milioni di euro e posta a soli 100 metri dalla già esistente stazione di Piazza De Ferrari, o l’inutile trasferimento agli Erzelli della Facoltà di Ingegneria al costo di 200 milioni di Euro!

No al business degli Erzelli.

Sono favorevole alla creazione di un “Polo Tecnologico” in qualsiasi altra zona della città, ma sono assolutamente contraria al trasferimento su quella isolata collina della Facoltà di Ingegneria.  L’Università ed i suoi studenti rappresentano  una ricchezza per la Genova e per le sue attività commerciali già duramente colpite dalla crisi economica e ,quindi, privare il tessuto cittadino di una risorsa così importante porterebbe alla forzata chiusura di molti negozi,bar e ristoranti. Ogni studente arricchisce il territorio in cui vive di circa 500 euro al mese ( dati ISTAT) , vuole dire che 10,000 studenti contribuiscono per 5,000,000 di euro ogni mese alla ricchezza della città! L’Università è già stata usata quale “ foglia di fico” nel recente passato per tentare di mascherare speculazioni immobiliari di varia natura : ricordo,ad esempio l’operazione Fiumara! Più recentemente l’Università avrebbe dovuto trasferirsi nel Porto Antico, vicino alla Facoltà di Economia, nell’ex Silos Granario,cosiddetto Hennebique e per quell’operazione ricordo che  l’Università pagò ben 7 miliardi di vecchie lire (una parte li versò il Comune) per subentrare in concessione al gruppo Ferruzzi, oltre all’affitto annuale all’Autorità Portuale per circa 10 anni. In totale l’Università ha investito in quell’operazione circa 8 milioni di Euro, che risulterebbero ora buttati al vento, visto che non si vuole più perseguire l’operazione per inspiegabili cambiamenti politico/speculativi di cui proprio non comprendo il vantaggio per i Genovesi. I recenti arresti compiuti per fatti di corruzione riguardanti la costruzione degli immobili su quella collina ,già denominata “del disonore” in passato, non possono che aumentare la mia ferma e più che documentata contrarietà al progetto.

Difendere e Rilanciare Genova.

Ho sempre difeso Genova anche durante l’organizzazione del vertice G8, di cui ero vice-capostruttura. Sono stata dalla parte delle imprese genovesi anche  quando ho dovuto subire per questo attacchi, anche violenti. Ho lottato per  ridare vita alla stazione marittima, mentre Pericu e la Vincenzi si preoccupavano solo, il primo di rendere quadrata una piazza rotonda (De Ferrari ) e la seconda di organizzare concerti. Questi due sindaci che hanno fatto finta di essere diversi tra di loro, hanno  rappresentato, in realtà gli stessi interessi: quelli di un partito degli affari. Guardate come hanno ridotto il trasporto pubblico, vendendo pezzi del patrimonio Amt a Francesi, Olandesi e Cooperative che non sono ne rosse ne bianche ma hanno il colore dei soldi: l’unico che conoscono questi avventurieri di sinistra.

Guardate come hanno ridotto il sogno di una metropolitana all’altezza di una grande città europea, gettando miliardi di euro. Oggi siamo di fronte all’ennesima inaugurazione, al taglio del nastro di una stazione a uso e confino dei fotografi dei giornali, degli operatori tv e degli elettori. Il vento, però, è cambiato. Lo avverto sempre di più. I Genovesi non hanno più voglia di farsi prendere in giro. E io voglio dare voce a questo sentimento diffuso. Con la Destra, un partito pulito, che difende il sociale, sta dalla parte delle persone vere, possiamo fare molto. Possiamo riaccendere la speranza mai sopita. La gente non vuole più sindaci che mettono le mani in tasca dei cittadini . Non credono più alle barzellette della Lega Nord che come un disco rotto racconta la favola della Padania che sembra sempre più simile a Topolinia, non si fidano più del Pdl che è stato molto più spesso complice che vero avversario della sinistra targata Pd.

Candidato Sindaco, Donna e Madre.

Di me voglio ancora dirvi qualcosa di personale. Sono donna: ne sono fiera,  fiera di essere madre, di due figlie in gamba che vorrei potessero vivere e costruirsi un futuro in questa città. Vorrei che tutti i nostri figli migliori che sono all’estero, perché qui non hanno trovato un lavoro adeguato, potessero ritornare a riportare qui la loro competenza, il loro entusiasmo, il nostro futuro. Così come sono fiera di essere donna e madre nel privato ,voglio sottolineare che come medico, come docente universitario,come  opinionista  e nel mio impegno nella politico, al servizio di tutti voi, mi ritengo una persona. Non credo, infatti, né nelle “quote rosa”, né nei privilegi concessi ad una etnia solo per il fatto di essere tale. La penso come Albert Einstein: quando gli fu chiesto a quale “razza” appartenesse, al suo arrivo negli Stati Uniti rispose “umana”. Non conosco generi o razze diverse, ma una sola appartenenza: ad una Umanità che sia  solidale con chi ha più bisogno, operosa, e riconoscente per il merito di chi fa progredire anche gli altri con il proprio ingegno ed il proprio lavoro  e  riconosco come autorevole solo l’onestà e l’impegno disinteressati.

 

Altri punti del programma

 

  • Il degrado economico e sociale  di Genova è sono sotto gli occhi di tutti, ma  non sono certo  solo il Terzo Valico (bloccato per anni dalla sinistra ) o la gronda  che faranno fare alla nostra città il salto di qualità necessario per rimettere in moto l’economia. Sono necessari e urgenti  anche i collegamenti trasversali: il raddoppio dell’autostrada ,e della linea ferroviaria , la valorizzazione dell’aeroporto, per non essere esclusi da una rete virtuosa , che ci colleghi al resto dell’Europa e del mondo!
  • Questa rete   deve comprendere , da subito la realizzazione del Politecnico d’Ingegneria (politecnico del mare) strumento  che insieme alle aziende liguri del settore  possa rilanciare i comparti  energia e marittimo nei quali  siamo primi in Europa (ma pochi lo sanno ) attraverso partner prestigiosi europei ed americani, in grado di attirare in Liguria finanziamenti, aziende (posti di lavoro) e studenti da tutto il bacino del mediterraneo.
  • L’area mediterranea rappresenta  un bacino di 500.000.000 di persone che ha saputo attrarre, negli ultimi anni, investimenti dall’estero secondi solo alla Cina! Da questo bacino, ogni anno 400.000 studenti cercano d’emigrare negli usa per studiare in prestigiose università e poter accedere, grazie a quel titolo al mercato del lavoro sempre più esigente. solo il 10% vi riesce (dati dell’Unesco). La Germania ha inventato lo slogan “Germany is a place to study” ed ha avviato ben 50 master in lingua inglese . noi non vogliamo essere secondi a nessuno: abbiamo una grande e prestigiosa università abbiamo docenti   in grado di insegnare in inglese. possiamo  fare da subito partnership con quelle università così che il prestigioso titolo possa essere ottenuto  qui in Liguria. Harvard ha recentemente aperto una sede a Dubai,  perché non a Genova?
  • L’Unione Europea ha fissato con il protocollo di Lisbona dei parametri da raggiungere circa le residenze universitarie ,e le co-finanzia, insieme ai governi nazionali. noi a Genova possiamo chiedere ed ottenere: siamo ben sotto la media europea, copriamo solo il 2,7% della richiesta,  in Germania il 12% , in Francia il 16 ,e in Gran Bretagna il 29 e non è un caso che le  scuole più famose, prestigiose e frequentate siano proprio lì!
  • Costruire nuove residenze , nell’ordine di decine di migliaia ed allargare il bacino di utenza, vorrà dire dare lavoro a tutto il comparto dell’edilizia, ma non solo: gli studenti si nutrono, non solo di scienza, si vestono, fanno sport e frequentano gli esercizi commerciali procurando una ricaduta economica notevolissima e duratura. i dati istat confermano che ogni studente spende sul territorio in media 500 euro al mese : 5.000.000 di euro ogni 10.000 studenti per le attività commerciali cittadine!
  • Un politecnico  internazionale  in Liguria, potrà, insieme al Cnr e all’Iit, ed in sinergia con i politecnici di Milano e Torino che hanno caratteristiche complementari, sviluppare il turismo congressuale nella nostra  regione  e popolare così anche  d’inverno i nostri bellissimi alberghi ,oggi soggetti a periodi di pausa stagionale, e dare  respiro al nostro comparto del turismo.
  • Inoltre, formare qui studenti provenienti da tutto il bacino del mediterraneo vorrà dire, anche ,instaurare oggi buoni rapporti con quella che sarà la dirigenza futura di quei paesi : questo significa lavorare sia  per il presente che per il futuro ,questo  significa essere una grande  forza politica liberale , democratica e popolare  : pensare allo sviluppo economico ,sociale ed etico del nostro territorio. Questa è vera integrazione!
  • Desidero che Genova diventi una città modello per quanto riguarda la prevenzione delle malattie più frequenti ,che sono l’ipertensione ed il diabete, per le quali, oggi la diagnosi viene fatta solo al momento dell’evento clinico ictale ,dopo  anni di progressione “sconosciuta” della malattia stessa .in parole chiare : la diagnosi di  ipertensione arteriosa viene fatta quando il paziente manifesta un infarto o un ictus cerebrale, quella di diabete ,quando i danni agli organi sono già avvenuti.
  • Quanto costa alla nostra comunità questo ritardo nelle diagnosi? E non solo in termini puramente economici ,cioè di denari pubblici che potrebbero essere spesi per rilanciare l’economia con quelle opere di cui prima ho parlato. Quanto costa in termini di sofferenza umana,  di disagi a famiglie intere, di opportunità mancate?
  • Dobbiamo porre un rimedio urgente a questa situazione non più tollerabile . dobbiamo utilizzare tutte le risorse che l’Europa mette a disposizione con i suoi programmi di prevenzione e promozione in ambito sanitario!
  • Qualcuno potrebbe obiettare che la salute e’ un tema di pertinenza regionale e non comunale, ma forse non tutti sanno che il sindaco può adottare ordinanze in tema di emergenze sanitarie e di igiene pubblica: ebbene, io considero che i nostri pronto soccorso con file di barelle nei corridoi e talora, come avviene a Sampierdarena, con vigilantes armati, o la mancanza assoluta di un piano di prevenzione sanitaria, siano da considerarsi emergenza !


Sicurezza. Genova sicura.

Ho portato la mia solidarietà ai poliziotti e ai loro rappresentanti che hanno manifestato nei giorni scorsi a difesa dei diritti di donne e uomini delle forze dell’ordine e contro l’assurda pretesa di riformare il sistema pensionistico senza tenere conto della peculiarità di questa professione: Monti è completamente fuori di testa per questo ho dato la mia solidarietà agli agenti in presidio. Al governo, che aveva promesso di tutelare la specificità degli operatori del comparto, manca qualsiasi consapevolezza di quanto sia diverso e specifico il lavoro delle forze dell'ordine. Elevare l'età pensionistica degli operatori di polizia significa creare indubbie ripercussioni sull'operatività del servizio, il tutto in danno della sicurezza dei cittadini. L'attività degli operatori di polizia, gravata da costanti sacrifici tesi a garantire l'efficacia dei servizi di sicurezza e il mantenimento dell'ordine pubblico, richiede un'alta professionalità e competenze specifiche che mal si conciliano con le misure previdenziali che il governo intende adottare. In particolare  rispetto al caso di Genova: è diventata ormai intollerabile la carenza di organico che affligge le forze dell´ordine di tutta la provincia di Genova e in particolare del capoluogo. Da sindaco chiederei al Governo di affidare alla città un maggior numero di agenti.

Trasporto pubblico e privato.

Il trasporto pubblico e quello privato devono avere  come baricentro la qualità della vita dei cittadini. Il dramma di Amt è frutto degli errori fatti dalla sinistra in questi anni, che ha sprecato risorse, pagato profumati gettoni di presenza a consiglieri di amministrazione, regalato soldi pubblici a dirigenti incapaci e coinvolto società straniere che volevano solo speculare sull’azienda. Oggi ci si può salvare con una società unica tra Amt e Genova Parcheggi, che consenta di elaborare strategie integrate e di far risparmiare soldi pubblici. Già sarebbe un passo avanti per Genova; se poi arrivasse la fusione a livello regionale, tanto meglio.

Rispetto ai diritti dei cittadini: creiamo veri parcheggi integrati, come hanno fatto altre città occidentali: questo significa avere il capolinea del bus nel punto esatto in cui si parcheggia. Ai passeggeri diamo la possibilità di usare un biglietto elettronico che serva per bus, parcheggi, metropolitana e treni urbani: è una soluzione adottata in tutte le grandi città d’Europa. Il trasporto privato va disincentivato, ma non demonizzato: per questo voglio cambiare regolamentazione tariffaria per le Blu Area, che devono prevedere la gratuità per la prima ora di parcheggio , a questo modo si dà alle persone il tempo di fare la spesa e ai negozianti la possibilità di sopravvivere. Tutta la politica delle Blu Area attuata dalla sinistra ha avuto il solo scopo di favorire la grande distribuzione e ammazzare il piccolo commercio. Per chi si muove in moto e in scooter bisogna fare come a Milano e dare alle due ruote la possibilità di transitare nelle corsie preferenziali, in questo modo il traffico si  decongestiona. L’ultimo impegno riguarda le telecamere per le corsie preferenziali:le  chiamo le “telecamere della vergogna”,  sistemate con l'evidente e unico scopo di  affibbiare multe e vanno eliminate. Un'amministrazione comunale non può permettersi di essere in malafede verso i propri cittadini. Le telecamere vanno messe a bordo dei bus in funzione anti borseggio.

La Gronda
non è una priorità.

Bisogna puntare sul trasporto ferroviario. Fondamentale trasformare la Val Bisagno, seguendo il modello di Valencia

Tutti parlano  di gronda, di comitati, di viadotti e gallerie ,io metto in evidenza l’ipocrisia interessata che muove da anni le scelte politiche sulle grandi opere: al di là delle proteste dei Comitati, la questione gronda non è una priorità, ma l’ennesimo favore che il Pdp, il partito del potere, rappresentato in Liguria da Claudio Burlando e Claudio Scajola, vuole fare ai grandi speculatori e ai grandi gruppi. La scusa è quello di risolvere un falso problema: quello del traffico viario. Quando in tutto il mondo e certamente in tutti i Paesi occidentali si spinge per trasportare le merci su rotaie, a Genova siamo gli unici a voler bucare montagne e creare problemi per far viaggiare i Tir. E’ una cosa demenziale, che si spiega solo con il desiderio di favorire i grandi gruppi di interesse, quei poteri forti che in questa campagna elettorale sono rappresentati da Pierluigi Vinai dallo stesso Marco Doria.  Rispetto alle priorità per Genova: quella più importante, quasi fondamentale, riguarda la messa in sicurezza e deviazione del Bisagno. Quest’opera ha rappresentato per la città spagnola non solo la risoluzione agli annosi problemi creati dalle disastrose inondazioni del tessuto cittadino ma anche una interessante opportunità di rinnovamento e riqualificazione della città. La stessa cosa si può fare a Genova e trasformare la Val Bisagno in un’isola felice, con parchi, spazi urbani e di servizi. Altro che gronda.

Difendere la cultura.

Condanno la dissennata scelta della giunta Vincenzi di rinviare l’approvazione del bilancio comunale al dopo elezioni. Una decisione, che avrà pesanti conseguenze in vari settori della vita cittadina, a cominciare da quello della produzione artistica: condivido l’allarme lanciato da alcuni teatri genovesi. Ma credo anche che il prossimo bilancio comunale dovrà rivedere in maniera completa le spese previste alla voce “cultura”. Dobbiamo finirla di usare i soldi pubblici per favorire sempre le stesse compagnie, gli stessi festival scoppiati, gli stessi teatri senza pubblico. La sinistra ha usato i soldi dei Genovesi per fare favori e creare consenso. Io credo che a Genova esista una fetta largamente maggioritaria di produttori di arte e cultura che sono costantemente dimenticati. Penso alle circa sessanta compagnie di Genova e provincia che si occupano di teatro dialettale e amatoriale. Penso alla vergogna di aver “regalato” ai soliti amici degli amici il teatro della Gioventù, che è di proprietà regionale. Quella che è esplosa in questi giorni sui giornali, con la polemica tra alcuni teatri e la giunta Vincenzi, per certi versi ha i contorni di una guerra tra bande. Il Comune approvi il bilancio prima delle elezioni, stanziamo i fondi per la cultura e poi sia il prossimo Sindaco a decidere quale progetto culturale merita di essere sostenuto. Se il sindaco sarò io penserò prima di tutto alle compagnie oggi dimenticate.

Altre informazioni

Chi è Susy De Martini

Isabella Susanna  De Martini è nata a Genova il 17/06/1952 da madre inglese e padre italiano. Si  è laureata con lode nel luglio 1976 in Medicina, specializzandosi in Neurologia (voto 110 e lode) nel luglio 1980.  E’  docente di ruolo in Psicologia Medica e Psicologia del Lavoro presso l’Università di Genova.

E’ iscritta all’Ordine dei Giornalisti della provincia di Genova , nell’elenco pubblicisti. Dal luglio 2003 al novembre 2008 ha coordinato il gruppo di lavoro interministeriale  denominato “Rischi da agenti biologici negli ambienti di lavoro ” istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal 2008 al 2011 è stata distaccata a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, secondo una convenzione quadro fra l’Università di Genova e lo stesso Ministero, nell’ambito del programma “Industria 2015”.

Dal 1998 al 2001, con la carica di presidente del Forum Progetti (associazione culturale creata da Assindustria Genova ), ha  collaborato con la Direzione Generale Cultura del MAE (Ministero Affari Esteri ) e con il ministro Lamberto Dini. Nel gennaio 1999 viene nominata membro della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Genova.

Dal 1998 al 2000 su  “Telecittà” ha condotto come opinionista alla rubrica quindicinale dal titolo "Genova verso il 2004: città europea della cultura". Da settembre 2001 ha collabora come opinionista a una trasmissione sull’emittente Primo Canale .

Dal settembre 2001 al maggio 2009 ha collaborato, come opinionista, su temi di carattere sociale e psicologico con il quotidiano “Il Giornale”. Dal mese di ottobre 2002  al maggio 2005 , ha collaborato , come editorialista alla rivista: “Tecnologie & Trasporti Mare – Sea Technology & Logistics” (rivista leader nel settore marittimo in Italia e all’estero) e si è  occupata con approfondimenti  specifici (Direttive Europee ed analisi della situazione Internazionale) della “Governance” dei Porti, del nuovo ruolo delle Stazioni Marittime  e dello sviluppo del delicato settore della pesca , nell’ambito dei piani di sviluppo della UE. Dall’agosto 2004 ha collaborato come opinionista con il quotidiano “Il Secolo XIX”. Dal settembre 2004 collabora con la trasmissione RAI Unomattina in qualità di esperta di temi sociali e di costume.

Nel giugno 2000 è stata incaricata dall’Università di Genova di studiare la  programmazione di Master con Università straniere e di seguire i rapporti con la CRE (Conferenza Europea dei Rettori), con sede a Ginevra. Dal settembre 2003 collabora con il preside della facoltà di Ingegneria di Genova per i progetti speciali ed internazionali di quella facoltà. Dal novembre 2008 è membro della commissione relazioni internazionali dell’Ateneo Genovese con delega ai rapporti con il Nord America.

La formazione di tipo internazionale della professoressa De Martini è documentata anche dagli anni passati all’estero per studio e per  lavoro. Il 25/01/1978  ha superato l'esame ECFMG per l'equiparazione della laurea italiana con quella americana e il 02/07/1979 ha superato l'esame FLEX per il conseguimento della licenza per praticare la professione medica negli U.S.A. ed ha ottenuto l'iscrizione all'Associazione Medical Physicians and Surgeons . Dal 1979 al 1982 ha ricoperto il ruolo di assistant  professor  presso l’Hahnemann Medical College di Filadelfia .

Nel 1983 è rientrata in Italia, usufruendo della legge sul riordino delle docenze universitarie (rientro dei “cervelli” dall’estero) , che prevedeva concorsi riservati a chi aveva svolto almeno tre anni di ricerca in Università estere qualificate . Ha ottenuto per tre anni una borsa di studio della Fondazione Gerolamo Gaslini per svolgere ricerche sulle malattie metaboliche dell’infanzia sotto la direzione del professor Paolo Durand, allora direttore scientifico dell’Istituto Giannina Gaslini .

Dal 02/08/1988 è membro, su invito, dell' American Society for Neuroscience per aver pubblicato oltre 60 articoli originali sulle maggiori riviste internazionali del settore: New England Journal of Medicine, Brain Research, Neuroscience Letters e altri.

Dal 1983 al 1989 ha diretto il laboratorio di ricerca  di colture di neuroni presso la Clinica Neurologica dell’Università di Genova, facendo parte anche della struttura scientifica del CNR.

Dal novembre 1985 al novembre 1989 ha svolto funzioni di capo –reparto presso la clinica Neurologica dell’Università di Genova

Dal 1989 al 1996 ha svolto funzioni di aiuto presso la clinica psichiatrica dell’Università di Genova, seguendo anche un percorso di psico-analisi con il professor Mauro Morra, psicoanalista specializzato su temi riguardanti infanzia ed adolescenza. Dal 1996  si è trasferita presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Finanziarie dove ha ricoperto gli incarichi di docente di delle materie : “Economia sanitaria comparata “ e “Psicologia del lavoro”.