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Inviato da avatar Enrico Vigo il 23-04-2012 alle 17:52 Leggi/Nascondi

IL SECOLO XIX sull'argomento:

http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2012/04/23/APTvgsMC-disordini_marassi_identificati.shtml#axzz1sbkBFAlI

Genova - Vertice in Procura a Genova per i disordini allo stadio Ferraris provocati da ultras genoani durante Genoa-Siena. Il questore Massimo Maria Mazza e il capo della Digos Diego Parente si sono incontrati con il procuratore capo Michele Di Lecce per fare il punto sulle indagini.

Entro domani dovrebbe arrivare in Procura la relazione della Digos. Dieci persone sono già state identificate. A quanto si è appreso, le ipotesi di reato potrebbero essere, a vario titolo, minacce, lesioni, danneggiamento, violenza privata.

«La sicurezza interna negli stadi è competenza delle società e non delle forze dell’ordine»: ha detto il questore Massimo Maria Mazza, a Tgcom24. Mazza ha precisato che «la gestione è affidata alle società degli steward».

Mazza ha confermato che sono già state identificate una decina di persone. «Ci sono condotte diverse, dobbiamo ritornare alle responsabilità dei singoli. Stiamo stiamo procedendo».

Quanto alle polemiche sulle maglie fatte togliere dai giocatori, il questore ha aggiunto: «Ho chiesto che non si assecondasse la richiesta ricattatoria del levarsi la maglia perché avevamo abbastanza uomini per poter garantire l’incolumità dei giocatori. L’indicazione non è stata della questura. Dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori. La società non è mai lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza».

Quanto all’agibilità del Ferraris di Marassi, Mazza ha precisato: «Sull’agibilità la deroga è data per l’esterno e non per l’interno, che invece è a norma».

Genoa, due partite a porte chiuse

In seguito alla follia degli ultras, il Genoa giocherà due turni a porte chiuse: lo ha deciso il giudice sportivo. Difficilmente però la squadra rossoblu giocherà contro Cagliari e Palermo al Ferraris. In queste ore la dirigenza sta cercando uno stadio dove disputare queste due partite. In pole position c’è Monza, si è parlato anche dello stadio Euganeo di Padova.

Il sindacato di polizia Silp: «Intervenga il prefetto»

«E’ stato sufficiente un esiguo numero di tifosi che con toni nemmeno particolarmente esagitati protestavano contro la propria squadra, per mettere in crisi lo stadio Feraris di Genova», dichiara in una nota il sindacato di polizia Silp Cgil.

«Gli steward anche se sono stati quasi raddoppiati rispetto al numero previsto (da 250 a 400) a causa dell’inagibilità della struttura (ricordiamo che la Prefettura da molti anni concede una periodica e rinnovabile deroga all’inagibilità) non sono nelle condizioni di contenere il flusso di tifosi da un settore all’altro», prosegue il Silp.

«La nostra organizzazione sindacale da anni ha preso una posizione ufficiale sull’argomento ma il silenzio di chi ha responsabilità istituzionali e privatistiche sulla questione di fronte alla nostra denuncia è a dir poco assordante!», riporta ancora la nota del Silp.


Leggi l'articolo completo: Il match della vergogna - Disordini a Marassi, 10 identificati| Sport| Il SecoloXIX

 

Il CORRIERE DELLA SERA sull'argomento:

http://www.corriere.it/sport/12_aprile_23/genoa-siena-petrucci-nonritorno_a337ad36-8d44-11e1-a0b5-72b55d759241.shtml

DOPO I DISORDINI GENOA-SIENA

Petrucci: «Siamo a un punto di non ritorno»
La questura: identificati dieci ultrà

Genoa, il giudice sportivo decide due turni a porte chiuse
Il Coisp: «Basta servizio d'ordine, le società si attrezzino»

DOPO I DISORDINI GENOA-SIENA

Petrucci: «Siamo a un punto di non ritorno»
La questura: identificati dieci ultrà

Genoa, il giudice sportivo decide due turni a porte chiuse
Il Coisp: «Basta servizio d'ordine, le società si attrezzino»

 

(Ansa/Zennaro)(Ansa/Zennaro)
MILANO - «Siamo al punto di non ritorno». Così il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha commentato i fatti successi nel match di domenica fra Genoa e Siena. Gli ultrà genoani sono riusciti a fermare la partita e a far togliere le maglie ai giocatori. Fatti per cui il Genoa giocherà le prossime due partite casalinghe a porte chiuse, come ha stabilito il giudice sportivo. Nessun precedente, nella «ultrasecolare storia del calcio italiano. Del comportamento violento, aggressivo e intimidatorio dei propri sostenitori - ha scritto in una nota il giudice Gianpaolo Tosel - la società genoana è oggettivamente responsabile». Petrucci definisce «vergognosi» gli accadimenti del Ferraris e sottolinea che «quanto successo rappresenta ancora una volta il lato peggiore del calcio italiano».

 

Genoa-Siena sospesa per 45 minutiGenoa-Siena sospesa per 45 minuti Genoa-Siena sospesa per 45 minuti Genoa-Siena sospesa per 45 minuti Genoa-Siena sospesa per 45 minuti Genoa-Siena sospesa per 45 minuti

LA RESA - «È tempo di una assunzione di responsabilità - aggiunge il presidente della Figc Giancarlo Abete - rispetto al percorso che il mondo del calcio deve fare nei prossimi anni». E poi ancora: «Questi fatti ci pongono degli interrogativi a cui daremo delle risposte nel Consiglio Federale di venerdì prossimo - puntualizza Abete - dove parleremo di tutela della salute e lotta alla violenza, a coloro che inquinano lo sport in maniera inaccettabile. La vera violenza di ieri non è stata l'interruzione della partita, perchè è già accaduto ed il rischio c'è sempre. Quello che non si può accettare è la resa con la consegna della maglia, era meglio che la partita fosse stata sospesa».

La resa dei calciatori

IDENTIFICAZIONI - Parole cui seguono a ruota quelle del questore di Genova Massimo Maria Mazza: «Ci sono condotte diverse, dobbiamo ritornare alle responsabilità dei singoli - ha spiegato Mazza-. Al momento siamo a dieci identificazioni, ma stiamo procedendo. Sono sicuramente coloro che hanno assunto alcuni comportamenti, questi non sono tifosi, ma violenti ultrà». Fabrizio Fileni, uno degli uomini in nero che dagli spalti del Ferraris ha parlato con Sculli durante la sospensione di Genoa-Siena, ha precisato: «Noi non abbiamo obbligato i giocatori a togliersi la maglia. Glielo abbiamo chiesto perchè la stavano disonorando». Discutibile anche la libertà di movimento dei tifosi violenti, tanto che Abete ha tenuto a sottolineare: «A gestire ieri la situazione allo stadio di Marassi da un certo punto in poi è stato il funzionario dell'ordine pubblico, certo non l'arbitro - ha detto - e ribadisco, non è un'accusa, ma un dato di fatto».

Preziosi: la squadra impaurita

LA MAGLIA - In merito ai giocatori che hanno levato la maglia su richiesta degli ultras il questore aggiunge: «Ho chiesto che non si assecondasse la richiesta ricattatoria del levarsi la maglia perchè avevamo abbastanza uomini per poter garantire l'incolumitá dei giocatori». «L'indicazione non è stata della questura, dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori - prosegue Mazzi - la società non è mai lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza». Infine una nota sull'agibilità dello stadio genovese: «Sull'agibilitá la deroga è data per l'esterno e non per l'interno che invece è a norma».

La partita e la sospensione imposta dai tifosi

COISP - Sugli scontri si è pronunciato anche il Coisp, sindacato indipendente di polizia: «È impossibile continuare ad assistere inermi a queste follie settimanali che delle banali partite di calcio sono diventate a causa dei sistematici incidenti che mettono a repentaglio la sicurezza pubblica e la vita dei poliziotti impegnati negli stadi - ha detto Franco Maccari, segretario generale del Coisp -. È ora di dire basta ai servizi d'ordine che somigliano più a delle missioni in territori di guerra, cui i colleghi sono costretti mettendo la propria incolumità a repentaglio per pochi spiccioli al mese. È ora che chi ha interesse a mantenere florido quel business che il calcio è diventato, si assuma le proprie responsabilità ed i propri oneri, e dunque che siano le Società a farsi carico della vigilanza, con servizi d'ordine privati, che a quel punto saranno sì adeguatamente retribuiti». Poi Maccari aggiunge: «La nostra non è affatto una provocazione ma una proposta seria e ferma».

Redazione Online
23 aprile 2012 | 17:46

 

 

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