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Inviato da avatar Enrico Vigo il 21-04-2012 alle 17:32 Leggi/Nascondi

La grassa abitudine di non usare i mezzi pubblici, per coloro che abitano in zone ben servite, è un vizio diffuso da prevenire, ancor prima che correggere, con l’educazione civica, mai troppo insegnata a scuola ed in famiglia con i giusti obiettivi e con un tasso etico sufficiente.

Gli educatori (scuola e famiglie) si beccano spesso l’un l’altro come i polli di Renzo, rimpallandosi responsabilità, senza avere la piena coscienza che entrambi in troppi casi falliscono l’obiettivo di educare i giovani. Educare i “grandi” poi è un’ impresa improba, anche a toccarli nel portafoglio con la benzina a livelli insostenibili di prezzo, l’assicurazione alle stelle, con le sanzioni (multe) che prosciugano i sempre più magri redditi della massa dei cittadini, con i costi crescenti per parcheggiare e zone senza parcheggi, paiono fattori non sufficienti a fungere come deterrenti per redimerli da un comportamento insensato, quello di usare l’auto anche quando le alternative sono facili, e a buon prezzo.

Che fare? Occorre migliorare costantemente i servizi, aumentare la velocità commerciale dei mezzi pubblici in sede protetta, aumentare in prospettiva (senza mai rinunciare almeno alla programmazione di medio lungo termine) le aree servite dal metrò (l’eccellenza assoluta della mobilità urbana) allargare massicciamente le pedonalizzazioni in centro ed in periferia, aggraziare le zone pedonali per renderle fruibili ed accattivanti, (l'esempio di San Lorenzo mi pare tra i migliori) cambiare la geometria delle strade per obbligare la circolazione dei mezzi ad una mobilità morbida, spingere per un modello di città compatibile con le necessità umane, fisiche, psico-fisiche e sociali (la salute innanzitutto, il bene più prezioso che abbiamo).

Occorre lavorare in termini culturali per un cambio di rotta dei comportamenti, che possiamo definire illogici ed insani e a danno della collettività nel suo insieme. Non è da sottovalutare poi l’aspetto economico, il mezzo pubblico costa moltissimo alla collettività (ai cittadini che pagano le tasse), le tariffe non coprono mai il costo del servizio, e l’unico modo per abbattere i costi è allargare la base dell’utenza, questo un dovere civico.

La città ingolfata, invivibile, pericolosa, e con l’aria irrespirabile è il retaggio di una cultura sbagliata che si è protratta dal secolo scorso oltre il tempo limite, grazie al cielo oggi abbiamo la piena cognizione di quel che siamo e quel che facciamo e per questo possiamo dire a gran voce che “usare i mezzi pubblici è innanzitutto un dovere prima ancora che un diritto”.

Certo dobbiamo essere consci che ancora per almeno un lustro abbondante non avremo disponibili i binari declassati del treno per fare il salto di qualità nella mobiltà pubblica genovese, ma nel frattempo dobbiamo fermare la spirale perversa riduzione del servizio che deprime l'utenza, e fronteggiare la cancellazione delle risorse statali che sta stressando oltre misura i bilanci di AMT, e di riflesso del Comune di Genova.

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