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Inviato da avatar Enrico Vigo il 21-04-2012 alle 06:42 Leggi/Nascondi

Volevo precisare al Sig.Mauro in ordine al suo appunto del 20.04 ore 10:34 che nello specifico mi riferivo allo "spirito cristiano" messo sotto i piedi da chi (ab)usa "crocefisso" e "cristianesimo" come ai tempi delle crociate, da chi si erge paladino in difesa dei valori cristiani tradendoli per primo.

Ecco perchè non ho citato altre confessioni religiose o posizioni atee, perche l'attore in questione e sotto accusa è l'intollerante che cerca ogni scusa per dare sfogo ai suoi bisogni ventrali, traendone legittimazione per fare politica nel modo più rivoltante e sbagliato, taluni inconsciamente, altri per tornaconto.

E già che ci siamo parliamo di rapporti tra l'Amministrazione Comunale (ad alto livello) e le comunità straniere, per confronto, ricorrenze, opportunità di dialogo collettivo, relazioni locali ed internazionali, su questo fronte mi viene da dire che si sarebbe potuto fare molto di più. Le comunità straniere in Genova sono una realtà consistente, continuare ad ignorarle o quasi, o peggio pensare che sia solo una questione di ordine pubblico o pulizia etnica mi pare un atto demenziale da correggere, occorre invece farle diventare, come già sono, una opportunità.

Se non si avverte quella necessaria sintesi progressiva, amalgama su temi positivi, non potremo mai sperare che le seconde generazioni di immigrati, esclusi e a basso reddito o disoccupati, non si rivoltino in modo prima in ordine sparso come già oggi fanno con episodi di devianza diffusi e in crescendo, e poi con gravi reazioni di violenza organizzata (Inghilterra e Francia docunt), essendo masse facilmente strumentalizzabili e che hanno nulla da perdere.

L'importante è evitare che le fazioni pro e contro il soddisfacimento dei bisogni primari degli immigrati si confrontino solo sul piano ideologico, perchè su quelle basi c'è scontro ed il buio della subcultura, la dialettica invece impone sforzi ad un livello superiore la cui premessa è l'abbandono delle ideologie, qualunque esse siano.

Il fenomeno immigrazione va gestito con l'ausilio delle varie discipline scientifiche (sociologia, psicologia-sociale, pedagogia, etc.) in modo culturalmente alto e adeguato, la politica si deve innanzitutto nutrire di cultura e domandarsi quali siano i contorni veri del fenomeno, interni ed esterni, e agire in positivo per rendere l'incontro tra culture diverse un processo positivo di crescita comune.

Usare il solo Codice Penale per dirimere le questioni di relazione tra la comunità locale e quella straniera ed evitare "contaminazioni" culturali, come taluni per ottusità vorrebbero, (codice che pure è parte qualificante della nostra civiltà il cui posto adeguato è sancito dalla nostra preziosa CARTA COSTITUZIONALE) è azione riprovevole e sbagliata.

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